Se siete dei designer (ma anche se solo ogni tanto vi capita di ritoccare immagini o di crearne di vostre), di certo userete Photoshop, indubbiamente il più popolare e diffuso software di fotoritocco al mondo.
E a un certo punto della vostra carriera, vi sarà capitato di aprire un file .psd o un tiff non vostro… ed avere avuto l’impressione di aprire il cassetto della roba sporca del vostro coinquilino.
Ecco, ora pensate all’ultima volta che avete dovuto passare il file di Photoshop sul quale avete lavorato a qualcun altro: un collega, un cliente, uno stampatore, chiunque altro (e possono esserci svariati motivi perché l’eventualità si verifichi) e fatevi un esame di coscienza.
In che stato era quel file? Era un casino di livelli ammucchiati senza nome, duplicati inutili, senza nomenclatura e altri orrori assortiti?
Questo post fa per voi, voi che volete farvi una buona reputazione all'interno della comunità del design o cercare di smacchiare quella che già avete: dieci semplici regole di galateo Photoshop che dovreste sempre seguire.
1) Settate le preferenze prima di iniziare
Prima di aprire il vostro primo file di Photoshop, fatevi un bel giro nel menù Preferenze e perdeteci dieci minuti. Troverete preziosi opzioni per l’interpolazione delle immagini, sull’interfaccia, le modalità di visualizzazione e il comportamento di numerosi elementi del software. Se avete dei dubbi, sperimentate o consultate l’aiuto in rete. Non sarà tempo sprecato, ve lo assicuro.
Ricordate che molte delle modifiche che apporterete nei pannelli Preferenze richiedono il riavvio di Photoshop.
2) Nominate i livelli
3) Nominate i file
4) Una sola maschera basta
7) Allineate gli elementi
8) Applicate gli effetti con misura
E a un certo punto della vostra carriera, vi sarà capitato di aprire un file .psd o un tiff non vostro… ed avere avuto l’impressione di aprire il cassetto della roba sporca del vostro coinquilino.
Ecco, ora pensate all’ultima volta che avete dovuto passare il file di Photoshop sul quale avete lavorato a qualcun altro: un collega, un cliente, uno stampatore, chiunque altro (e possono esserci svariati motivi perché l’eventualità si verifichi) e fatevi un esame di coscienza.
In che stato era quel file? Era un casino di livelli ammucchiati senza nome, duplicati inutili, senza nomenclatura e altri orrori assortiti?
Questo post fa per voi, voi che volete farvi una buona reputazione all'interno della comunità del design o cercare di smacchiare quella che già avete: dieci semplici regole di galateo Photoshop che dovreste sempre seguire.
1) Settate le preferenze prima di iniziare
Prima di aprire il vostro primo file di Photoshop, fatevi un bel giro nel menù Preferenze e perdeteci dieci minuti. Troverete preziosi opzioni per l’interpolazione delle immagini, sull’interfaccia, le modalità di visualizzazione e il comportamento di numerosi elementi del software. Se avete dei dubbi, sperimentate o consultate l’aiuto in rete. Non sarà tempo sprecato, ve lo assicuro.
Ricordate che molte delle modifiche che apporterete nei pannelli Preferenze richiedono il riavvio di Photoshop.
2) Nominate i livelli
Sì, potrà sembrarvi banale, e me l’avrete già sentito dire (ad esempio, QUI). Ma è un’esigenza che cresce proporzionalmente al numero di livelli presenti in un documento: non c'è niente che rallenta di più il lavoro che cercare di identificare un dato livello tra dozzine e dozzine di Copia livello.
Usate un nome descrittivo breve ma inequivocabile: “freccia”, “braccio destro”, “farfalla”, eccetera.
Una volta nominati, organizzate i livelli in cartelle (o gruppi) – che andranno anch’esse nominate, ad esempio “nuvole” o “persone”; potrete così spostarli e visualizzarli tutti assieme con un solo click. Anche la possibilità di assegnare un colore alle cartelle o ai singoli livelli andrebbe sfruttata: ad esempio, colorare di giallo tutti i livelli contenti testo o di rosso tutti quelli con gli oggetti avanzati permette di identificarli nella palette livelli in un attimo. Bloccate i livelli di sfondo o altri elementi che devono restare nella stessa posizione: è facile, altrimenti, che vengano tagliati o spostati accidentalmente.
In ultimo, è sempre buona norma eliminare i livelli vuoti (per verificare se un livello è effettivamente vuoto premete Cmd + T).
3) Nominate i file
Stabilite per i vostri file una nomenclatura che funzioni non solo per voi, ma per chiunque altro: pensate sempre: “mia nonna lo capirebbe?”
Alzi la mano chi tra noi non ha mai denominato un file “nuovo”, “ok”, “final”, “def” eccetera eccetera. Lasciate perdere queste ottimistiche definizioni, e passate a qualcosa di più professionale come: Nome_tipo_formato_versione.
Cosa significa? Il nome del cliente è la prima cosa che dovreste scrivere per identificare la marca del file. Tipo illustra ciò per cui il file è destinato (banner, insegna, copertina, eccetera).
Formato indica le dimensioni, espresse in pixel se il file è destinato al web e in centimetri se destinato alla stampa. Infine Versione, che potete abbreviare in v2, v3, eccetera, potete applicarlo quando effettuate revisioni al file originale. E, nel caso ve lo chiediate, sì: è buona norma salvare i progressi in un nuovo file, in modo da non sovrascrivere le revisioni precedenti nel caso in cui occorre tornare sui propri passi (e succede, oh se succede).
Formato indica le dimensioni, espresse in pixel se il file è destinato al web e in centimetri se destinato alla stampa. Infine Versione, che potete abbreviare in v2, v3, eccetera, potete applicarlo quando effettuate revisioni al file originale. E, nel caso ve lo chiediate, sì: è buona norma salvare i progressi in un nuovo file, in modo da non sovrascrivere le revisioni precedenti nel caso in cui occorre tornare sui propri passi (e succede, oh se succede).
Questo sistema di variabili nel nome del file si dimostra particolarmente utile nel tempo: in questo modo, anche ripescando lavori vecchi di mesi, sarà facile orizzontarsi.
4) Una sola maschera basta
Avete letto il punto 2? Avete raggruppato i livelli simili in cartelle? Se lo avete davvero fatto, vi sarete resi conto che non avete più bisogno di applicare dieci maschere diverse a dieci livelli: basta crearne una alla cartella, che avrà effetto su tutti i livelli contenuti in essa.
Prima di salvare il lavoro, agganciate tutte le maschere ai rispettivi livelli: magari le avevate sganciate per vostre esigenze particolari, ma chi riapre il vostro file potrebbe non avvedersene e spostare o ridimensionare erroneamente degli elementi (anche questo, capitato ben più di una volta).
Prima di salvare il lavoro, agganciate tutte le maschere ai rispettivi livelli: magari le avevate sganciate per vostre esigenze particolari, ma chi riapre il vostro file potrebbe non avvedersene e spostare o ridimensionare erroneamente degli elementi (anche questo, capitato ben più di una volta).
5) Salvate sempre i vostri tracciati
Lo strumento penna per un designer è come la spada laser per un cavaliere Jedi. Più la usate, più potenti e abili diventerete. Quindi, una volta che avete fatto clic sull’ultimo e duecentesimo punto di ancoraggio del vostro tracciato di ritaglio, fate un paio di clic in più e salvatelo nella palette Tracciati. Non avete idea di quanto possa tornare utile un tracciato più avanti, lavorando quello stesso file.
Mantenete sempre le proporzioni originali degli oggetti, tranne nei casi in cui volete intenzionalmente allungare alcuni elementi: anche in questo caso, la distorsione dev’essere minima (e lo stesso vale per le font: lavorate sul corpo, il kerning o l’interlinea, ma non distorcetele mai. Si vede lontano un chilometro ed è molto poco professionale).
Mai allungare pulsanti o forme vettoriali, specialmente quelli con angoli arrotondati.
Mai ricampionare eccessivamente verso l’alto file bitmap.
Mai mescolare nello stesso file elementi dalla definizione diversa.
7) Allineate gli elementi
Un tratto distintivo di un buon designer è la sua tendenza ad allineare le cose: agganciate i vostri elementi a una griglia (potete visualizzarla con Command + ,). Usate le guide. Tutto quello che è possibile allineare, allineatelo. Non fidatevi dei vostri occhi. Se serve, aumentate il fattore d’ingrandimento della vostra visualizzazione.
8) Applicate gli effetti con misura
Resistete alla tentazione di applicare ogni tipo di effetto di livello (colore, ombra, smusso, bagliori eccetera) su ogni elemento del vostro disegno. Sono degli ausili al vostro design, e non il design. Applicare un rilievo e una texture metallica a una scritta non farà di voi un designer.
Se state applicando lo stesso effetto su più di un livello, usate il comando copia / incolla stili di livello per garantire che gli effetti siano identici. Inoltre, tenete presente che di default è attiva l’opzione illuminazione globale, che aiuta a mantenere coerenza tra luci e ombre... ma considerate, se è il caso, di disattivarla se volete personalizzare un determinato effetto.
9) Rispettate l'ambiente di lavoro altrui.
Ognuno usa Photoshop in un modo diverso, e fa un uso diverso delle palette. Dopo un po’ che lavorate, saprete bene quelle che usate più spesso: sistematele come più vi sembrano comode, chiudete quelle che non usate mai o meno delle altre, e salvate la configurazione (Finestra > Area di Lavoro > Nuova area di lavoro). Potrete richiamarla in qualsiasi momento con un solo click.
Questo suggerimento è particolarmente utile se c'è più di utente che lavora con la stessa copia di Photoshop, e probabilmente fa un uso del programma diverso da voi. Quando voi avrete finito di lavorare, il vostro collega potrà semplicemente richiamare la sua area di lavoro: e se non ne avrà salvata una, tanto peggio per lui.
Questo suggerimento è particolarmente utile se c'è più di utente che lavora con la stessa copia di Photoshop, e probabilmente fa un uso del programma diverso da voi. Quando voi avrete finito di lavorare, il vostro collega potrà semplicemente richiamare la sua area di lavoro: e se non ne avrà salvata una, tanto peggio per lui.
10) Ottimizzate i vostri file
Non è infrequente che file composti di molti livelli arrivino a pesare centinaia e centinaia di megabyte, rallentando il computer sia in fase di visualizzazione dell’anteprima, che di apertura e salvataggio. Per non parlare dello spazio che occupano su disco.
Il formato di salvataggio nativo di Photoshop non è il più efficiente in assoluto: il formato TIFF conserva la struttura del file a livelli e – a partire già da Photoshop CS3 – mantiene gli smart filters e gli smart objects (o oggetti vettoriali avanzati)... ma consente più opzioni, prima tra tutte l’algoritmo LZW, che consente una riduzione del peso direttamente proporzionale alle dimensioni del file, senza perdita di qualità (potete fidarvi, lo uso da vent'anni).
Osservate lo specchietto qui sopra e realizzate che potreste ridurre anche della metà il peso dei vostri file, a tutto vantaggio nella velocità di trasmissione e la facilità di archiviazione.