
Voi che mi state leggendo: se conoscete l'iPad – probabilmente – o lo adorate o lo denigrate.
Magari vi è indifferente, o forse semplicemente vi incuriosisce o qualche altra sfumatura, ma per il momento semplifichiamo.
I detrattori dicono che all'iPad manca il multitasking, una webcam, il supporto per Flash, una porta USB, una capacità di storage decente, una batteria rimovibile, un lettore CD/DVD, la RAM aggiornabile, il supporto di sistemi operativi multipli e altre caratteristiche... potete aggiungere le vostre, se credete.
Gli adoratori, invece, sono parecchio più vaghi sul perché vogliono uno.
Io ho la mia teoria... iPad piace (e sta piacendo più di qualsiasi ottimistica previsione) non tanto per quello che può fare, tanto quanto per quello che non può fare.
È un trend paradossale ma in aumento, e chi produce questo tipo di gadget farebbe bene, a mio avviso, a non sottovalutarlo.
Insomma, è una specie di ambiguo assunto orwelliano: La guerra è pace. La libertà è schiavitù.
Less is more.
Meno, è meglio.
Meno, è meglio.
La mia opinione è che non credo che la gente compri elettronica di consumo per la quantità di funzioni che avrà a disposizione.
La compra per quanto e come questa li soddisferà.
Generalizzando il giusto, per gli utenti con maggior preparazione tecnica un oggetto con molte funzioni trasmette un'esperienza d'uso più soddisfacente.
I cosiddetti power user sono infastiditi dai limiti, e odiano il senso di impotenza che provano quando si rendono conto che il dispositivo non gli permette di fare qualcosa che vorrebbero fare: per esempio, passare un file che hanno sul loro dispositivo a qualcun altro.
Viceversa, si sentono gratificati e persino più intelligenti quando sono abilitati a fare qualcosa di nuovo o di utile.
Ma per la maggior parte degli utenti, avere più funzioni non migliora la loro esperienza d'uso... anzi, spesso la peggiora.
La gente soffre di quello che gli americani definiscono information overload, o sovraccarico cognitivo, come dice Wikipedia, causata dalla maggior parte dei device elettronici in commercio: che siano fotocamere digitali, telefoni cellulari, computer, tablet o forni a microonde non fa alcuna differenza.
Questa gente (e sono la maggioranza, fidatevi) ha un rifiuto per questi oggetti.
Si spazientisce e si irrita non per i limiti del device, ma per le funzioni che non riesce a trovare o a capire.
Viceversa, è soddisfatta quando il proprio dispositivo esegue le operazioni di base senza lottare troppo con pulsanti e pulsantini o navigando tra menù e sottomenù.

La stragrande maggioranza degli utenti di PC che conosco hanno problemi con il proprio PC (ma anche Mac), laptop e netbook che non hanno idea di come risolvere: la scheda audio non funziona bene, non riesco a far sparire questa finestra di dialogo, perché cazzo non posso stampare?

Ed è entrata inevitabilmente a far parte delle nostre vite.
Oggi è una pratica caduta in disuso, ma ricordate la proverbiale difficoltà di programmare il timer di un videoregistratore?
Io ho problemi con la mia lavatrice nuova: la rotella dei programmi ha qualcosa come due dozzine di posizioni, e ho sempre paura di sbagliare qualcosa. Vuoi la centrifuga? Se sì, a quanti giri la vuoi? Vuoi il candeggio? Vuoi la partenza ritardata? Vuoi il programma economico?
Vogliamo parlare dei risponditori automatici adottati ormai dalla totalità delle grandi e medie aziende? La gente spreca pazzesche quantità di tempo e di energia navigando nei servizi di cosiddetta "assistenza" automatizzati, accumulando frustrazione e senso d'impotenza.
Il rapporto tra le persone e la nostra banca, o la nostra compagnia assicurativa, o il Comune è diventato ostile, esasperante e faticoso.
E questo sarebbe progresso?
Ho sempre avuto la convinzione che la tecnologia esiste per migliorare le nostre vite, non peggiorarle.
Nel mio ufficio, ci sono due o tre persone che potrei definire power user.
Gestiscono la nostra sezione web e hanno la stanza accanto la mia, e ogni giorno è una piccola processione di gente che entra per avere, travestiti da "consiglio veloce", del supporto tecnico.
Che diavolo, anch'io un paio di volte sono andato a chiedergli lumi quando non sapevo davvero che pesci pigliare.
Ma perché accade questo?
Perché la gente "comune" dovrebbe aver bisogno di "supporto tecnico"?
La risposta è che la tecnologia di consumo è troppo complessa.
E di chi è la colpa?
Purtroppo, è colpa mia.
E forse colpa vostra.
È colpa di tutti, anche del marketing, che incessantemente propone oggetti che fanno (o promettono) sempre più cose, di più e sempre di più.
Combinate questo trend con le necessità legate alla retrocompatibilità, e otterrete sistemi che devono fare tutto... ma che non riescono a farlo decentemente.
Sono così ricchi di funzioni, così complessi, che moltissime persone, semplicemente, non riescono ad usarli, o li usano a un decimo delle loro potenzialità.

E, inevitabilmente, qualcosa doveva muoversi nella direzione opposta.
Potremmo definirla una nuova tendenza, di cui l'iPad è un degno rappresentante.
Se ancora detestate l'iPad, prendete Twitter:

È stato il primo sito importante in questa nuova tendenza, e coraggiosamente afferma i suoi limiti come un plus:
• Non potete inviare più di 140 caratteri!
• Nessuna foto!
• Nessuna formattazione!
• Non fa quasi niente!
Signore e signori, benvenuti nel futuro.
Magari parecchi non se lo ricordano, ma c'è stato un tempo in cui Facebook non era il social network network dominante, ma MySpace.
MySpace dava all'utente un pazzesco numero di funzioni con la quale costruire e personalizzare la propria pagina (di solito con risultati incredibilmente brutti e poco funzionali).
A Facebook è bastato un anno a soppiantarlo.
Facebook è mille volte meno duttile di MySpace, è un sistema chiuso, bloccato e con funzionalità limitate... ma gli appassionati di social network lo usano e hanno gradatamente abbandonato MySpace.
Signore e signori, benvenuti nel futuro.
Magari parecchi non se lo ricordano, ma c'è stato un tempo in cui Facebook non era il social network network dominante, ma MySpace.
MySpace dava all'utente un pazzesco numero di funzioni con la quale costruire e personalizzare la propria pagina (di solito con risultati incredibilmente brutti e poco funzionali).
A Facebook è bastato un anno a soppiantarlo.
Facebook è mille volte meno duttile di MySpace, è un sistema chiuso, bloccato e con funzionalità limitate... ma gli appassionati di social network lo usano e hanno gradatamente abbandonato MySpace.
Ho notato questa tendenza (anche) nel mondo dei promemoria e dei software-organizer.
Un tempo, la maggioranza delle persone usava Microsoft Outlook, per gestire i loro impegni e le loro cose. Poi, con il web 2.0, è arrivata una nuova ondata di task manager più compatti e più limitati... Remember the Milk, Ricordati il latte è un tipico prodotto di questo genere:


Stiamo assistendo a questa "de-evoluzione" nei siti di backup online, nel blog design, nei calendari elettronici e in tutta una nuova serie di servizi sociali e di comunicazione on-line (al solito, i primi sono americani, ma c'è speranza che questo trend finisca con il coinvolgere anche i nostri progettisti).
E, se ci riuscite, provate a ridurre il numero di caratteristiche di un servizio di comunicazione più di quanto non faccia questo.
Nel 2010, meno è meglio che più.
Abituatevici.
E se siete tra quelli tuttora indecisi se acquistare un iPad o un netbook qualsiasi, non state a preoccupatevi di ciò che iPad non può fare.
Il vero limite è quello che volete voi sul serio.

È una app gratuita per iPhone e Android, e la gente la ha scaricata migliaia e migliaia di volte.
A ruota, sono arrivati servizi on-line come Todolist che offrivano funzionalità limitate ma un'interfaccia semplificata, e la tendenza è continuata con TeuxDeux, che è incredibilmente povero di funzioni. E se ancora vi sembra troppo complesso, andate QUI: niente di più che una pagina vuota con scritto quello che c'è da fare, e un pulsante per aggiungere qualcosa alla lista: geniale!
A ruota, sono arrivati servizi on-line come Todolist che offrivano funzionalità limitate ma un'interfaccia semplificata, e la tendenza è continuata con TeuxDeux, che è incredibilmente povero di funzioni. E se ancora vi sembra troppo complesso, andate QUI: niente di più che una pagina vuota con scritto quello che c'è da fare, e un pulsante per aggiungere qualcosa alla lista: geniale!

Stiamo assistendo a questa "de-evoluzione" nei siti di backup online, nel blog design, nei calendari elettronici e in tutta una nuova serie di servizi sociali e di comunicazione on-line (al solito, i primi sono americani, ma c'è speranza che questo trend finisca con il coinvolgere anche i nostri progettisti).
E, se ci riuscite, provate a ridurre il numero di caratteristiche di un servizio di comunicazione più di quanto non faccia questo.
Nel 2010, meno è meglio che più.
Abituatevici.
E se siete tra quelli tuttora indecisi se acquistare un iPad o un netbook qualsiasi, non state a preoccupatevi di ciò che iPad non può fare.
Il vero limite è quello che volete voi sul serio.